Il XXI secolo è ormai caratterizzato da una nuova piaga medico sociale, ossia quelle delle patologie metaboliche. Questa espressione racchiude in sé diverse patologie, quali diabete di tipo 2, obesità, alterazioni lipidiche.
Queste sono ormai vere e proprie piaghe sociali considerando il numero di pazienti colpiti. Infatti, nel mondo circa 1 adulto su 3 soffre di sovrappeso e 2 adulti su 5 di vera e proprio obesità (BMI > 30). [1] Anche i numeri del diabete di tipo 2 sono a dir poco allarmanti. Nella popolazione adulta mondiale, la prevalenza di diabete di tipo 2 è del 10.5%, si tratta di 536,6 milioni di individui di tutto il mondo, accompagnati di altrettanti spaventosi numero di pazienti affetti da alterazioni glicemiche. 319,0 milioni sono gli adulti nel mondo che non sono ancora classificati come diabetici, ma che hanno una alta glicemia a digiuno, insieme a 541 milioni che invece riscontrano un’alterata tolleranza al glucosio [2].
Tutte queste patologie aumentano notevolmente il rischio cardiometabolico nei pazienti che le presentano. Non di meno, nei pazienti sovrappeso/obesi il rischio di comorbidità cardiometaboliche, quali diabete, patologie coronariche, stroke, è doppio se paragonato a quello di soggetti adulti normopeso. Tutto ciò contribuisce, di conseguenza, ad aumentare la mortalità di questi pazienti. Si deve sottolineare, infatti, che l’eccesso ponderale è la nuova causa di morte più comune rispetto al fumo di sigaretta nei pazienti di media o età avanzata [3].
Inoltre, non si può sottovalutare l’impatto che hanno avuto le patologie metaboliche nel decorso dell’infezione da Covid-19, con un aumento del rischio di necessità di terapia intensiva (aOR 1.32), di ventilazione meccanica (aOR 1.45), di sindrome respiratoria acuta (aOR 1.36) e di mortalità (aOR 1.19). [4]
A livello clinico, quando si parla di sindrome metabolica si includono situazioni di insulino-resistenza, presenza di grasso viscerale, dislipidemia, elevata pressione arteriosa. In particolare, l’insulino-resistenza la fa un po’ da padrone e da capifila, nella quale si ha il più delle volte un’alterazione post recettoriale dell’insulina. A livello fisiologico, l’insulina ha due funzioni specifiche: promuovere l’uptake di glucosio dal sangue e inibire la produzione epatica di quest’ultimo. In caso, di insulina-resistenza, però, questo controllo nei confronti del glucosio viene alterato.
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