La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) rappresenta una delle patologie più comuni nelle donne in età fertile. La sua prevalenza varia notevolmente, con dati che oscillano tra il 5% e il 18% (1).
La diagnosi della PCOS si basa, attualmente, sui Criteri di Rotterdam del 2003 (2), che richiedono la presenza simultanea di almeno due dei seguenti tre criteri:
1. Iperandrogenismo Clinico o Biochimico: questo criterio si basa sulla presenza di evidenze biochimiche mediante il dosaggio degli androgeni circolanti: si parla di iperandrogenismo se l’indice degli androgeni liberi (FAI), calcolato come [(T/SHBG) x 100], supera il valore di 4,5 (3). Le manifestazioni possono essere anche cliniche quando si rilevano uno o più segni quali irsutismo, acne o alopecia (4).
2. Disfunzioni Ovulatorie: questo criterio comprende tre categorie principali in base alla lunghezza e alla frequenza del ciclo mestruale.
Si parla di oligomenorrea quando i cicli superano i 35 giorni o sono inferiori a 8 all’anno, di polimenorrea quando i cicli durano meno di 21 giorni (5) e di amenorrea quando l’assenza di ciclo dura oltre 182 giorni.
3. Ovaio Policistico: questo criterio fa riferimento all’aspetto ecografico, identificando un ovaio policistico come quello che presenta numerosi follicoli o un volume ovarico superiore a 10 cm³ (6).
A seconda della combinazione di tali manifestazioni, si possono distinguere quattro fenotipi, caratterizzati da somiglianze e differenze, soprattutto per quanto riguarda il quadro metabolico-ormonale (7).
In particolare, i fenotipi iperandrogenici (A, B, C) sono associati a una maggiore prevalenza di sindrome metabolica e insulino-resistenza, nonché a livelli elevati di ormoni maschili (androgeni), a differenza del fenotipo D, che presenta normali livelli di androgeni.
Il Fenotipo D: un tipo a parte
Il Fenotipo D, l’unico non iperandrogenico, si presenta con normali livelli di androgeni e FAI, un valore di LH (ormone luteinizzante) inferiore e una minore prevalenza di alterazioni metaboliche (3). È evidente come, a questo punto, il Fenotipo D richieda un approccio terapeutico distinto rispetto agli altri fenotipi.
Uno studio recente pubblicato su Biomedicines (8) ha investigato gli effetti del trattamento con inositolo nei vari fenotipi della PCOS.
In particolare, la somministrazione di myo-inositolo (2000 mg), acido folico (200 µg) e alfa-lattoalbumina (50 mg) è stata efficace nel ripristinare i parametri metabolici e ormonali alterati nei fenotipi iperandrogenici A-B-C.
Tuttavia, nel fenotipo D, i risultati non hanno evidenziato cambiamenti significativi nei livelli di LH, FSH (ormone follicolo-stimolante) e nel rapporto LH/FSH.
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