La gravidanza rappresenta uno dei momenti più lieti e appaganti della vita di una donna. Eppure, alcune volte può capitare che, nel meccanismo fisiologico della procreazione, qualcosa non vada come dovrebbe.
In questi casi, le principali complicanze della gravidanza comprendono (1):

  • la minaccia di aborto (che può provocare un aborto spontaneo);
  • la rottura prematura delle membrane;
  • il raccorciamento della cervice;
  • l’ipercontrattilità;
  • il parto pretermine;
  • preeclampsia, eclampsia, placenta previa.

L’INCIDENZA DELL’ABORTO SPONTANEO: GLI ULTIMI DATI STATISTICI

Proprio la minaccia di aborto, che si manifesta tipicamente con perdite ematiche prima della ventesima settimana di gestazione con o senza dolore pelvico, ha un’incidenza del 20-30%. Il 25% circa di queste minacce evolve addirittura in aborto spontaneo, che rappresenta una delle complicanze più comuni della gravidanza, nonché un evento particolarmente doloroso per la donna.

Generalmente, si definisce aborto spontaneo l’interruzione della gravidanza prima delle 22-23 settimane di gestazione. Circa l’80% avviene nel primo trimestre, mentre in generale questo tragico evento ha un’incidenza piuttosto importante: si parla di più del 10-15% delle gravidanze conclamate (2).

In Italia, secondo i dati Istat aggiornati al 2019 sulle dimissioni dagli istituti di cura, gli aborti spontanei sono stati 48.932, in crescita rispetto al 2018 (+14,4%). Eppure, questi numeri risultano essere sottostimati poiché gli aborti che si risolvono senza intervento medico, o che necessitano di sole cure ambulatoriali, non vengono rilevati (3).

Il management risulta spesso empirico e le strategie terapeutiche a disposizione sono limitate e con evidenze scientifiche poco robuste a supporto (4). Nella minaccia di aborto, il riposo a letto e la somministrazione di progesterone rappresentano le strategie terapeutiche più frequentemente prese in considerazione in termini di prevenzione…

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