L’acido ialuronico è un glicosaminoglicano (GAG) costituito dalla ripetizione di unità disaccaridiche di acido D-glucuronico ed N-acetil-D-glucosamina. Rappresenta il componente principale della matrice extracellulare (ECM), ed è una molecola molto grande con un peso molecolare superiore a 4000 kDa capace proprio per la sua struttura di intrappolare grandi quantità di molecole d’acqua, legandone fino a 1000 volte il suo peso. Grazie alle sue caratteristiche chimico-fisiche, è capace di mantenere elastica la pelle e di dare turgore ai tessuti. È ampiamente distribuito nei vari distretti del nostro organismo, lo ritroviamo infatti nel corpo vitreo, nel cordone ombelicale, nel liquido sinoviale, nelle articolazioni, nella pelle, nel cuore, nei vasi, nelle unghie e nell’apparato urogenitale. Viene sintetizzato sulla superficie interna della membrana plasmatica cellulare da enzimi che prendono il nome di acido ialuronico sintasi (HAS1, HAS2 e HAS3) e degradato attraverso un meccanismo di idrolisi da parte di proteine che prendono il nome di ialuronidasi, il cui ruolo fondamentale è quello di scindere le molecole di acido ialuronico ad alto peso molecolare così da consentire lo svolgimento delle sue molteplici funzioni.

L’acido ialuronico è capace infatti di legarsi covalentemente ai suoi recettori specifici CD44, RHAMM e ICAM, attraverso i quali interagisce con i diversi processi cellulari ed esplica attività: riparatrici, lubrificanti, di barriera, proliferatrici del tessuto danneggiato e rigeneratrici.

L’acido ialuronico viene continuamente prodotto nel nostro organismo e consente il mantenimento delle normali funzioni tissutali. Con l’avanzare dell’età, o in presenza di particolari condizioni, la sua produzione però diminuisce portando alla comparsa di problemi quali l’invecchiamento cutaneo, la perdita di compattezza ed elasticità della pelle, l’insorgenza di problemi articolari e le affezioni vaginali. Proprio per le sue caratteristiche viene utilizzato in diversi ambiti: viene molto utilizzato infatti nelle terapie articolari, in dermatologia, in caso di lesioni cutanee, piaghe o ustioni, ma anche in ginecologia per la salute della donna ed in ambito urologico sia nell’uomo che nella donna.

ACIDO IALURONICO E AFFEZIONI VAGINALI

Per affezioni vaginali si intendono una serie di disturbi causati da un’alterazione delle normali condizioni fisiologiche della mucosa vaginale che a sua volta porta ad un’aumentata possibilità di attacco da parte di virus, batteri e agenti micotici.

Le affezioni vaginali possono essere dovute a diversi fattori: infatti alterazioni morfologiche, qulai ectopie, metaplasie, ipercheratosi o dovute alla mancanza di estrogeni, come avviene durante la fase di menopausa e ancora trattamenti fisici e chimici, quali DTC, laser terapie, radioterapia, costituiscono dei fattori predisponenti al possibile attacco da parte di agenti patogeni.

Questo comporta un’alterazione della composizione e della struttura dell’epitelio che si manifesta con i segni tipici delle affezioni vaginali caratterizzati da sintomi quali: rossore, secchezza, prurito, bruciore, dispareunia, eritema, edema, ulcerazioni, sanguinamento.

Si verifica dunque una perdita di integrità del tessuto vaginale ed una delle sostanze principalmente coinvolte in questo processo è l’acido ialuronico.

Diversi studi affermano infatti come l’acido ialuronico, interagendo con i suoi recettori, sia in grado di riparare il danno tissutale e di ristabilire le normali condizioni fisiologiche della mucosa vaginale, intervenendo in tutte le fasi della riparazione dell’epitelio: creando una struttura di supporto per l’ancoraggio cellulare; inibendo il flusso di acqua sulla superficie cellulare; modulando la risposta infiammatoria attraverso il rilascio delle citochine quali IL-6, TNF e IL-1β; inducendo l’angiogenesi, la migrazione e la proliferazione dei cheratinociti e dei fibroblasti durante le fasi di proliferazione e riepitelizzazione2.

La supplementazione con acido ialuronico per via locale od orale può costituire un valido aiuto per la risoluzione delle affezioni vaginali e della sintomatologia ad essa collegata. Per poter risultare efficace, l’acido ialuronico deve però essere a bassissimo peso molecolare, studi scientifici mostrano infatti come solo un acido ialuronico con peso molecolare inferiore a 300 kDa sia in grado di penetrare nei tessuti e riparare il danno tissutale, mentre molecole più grandi agiscono solo superficialmente. Inoltre ulteriori studi hanno dimostrato come molecole di acido ialuronico con peso molecolare molto piccolo possano superare la barriera intestinale ed agire dunque per via sistemica distribuendosi nei vari distretti dell’organismo che lo richiedono.

A differenza delle attuali terapie che prevedono l’uso di gel lubrificanti che agiscono solo in maniera superficiale e per un breve periodo di tempo o delle terapie ormonali sostitutive, che possono portare a degli effetti collaterali, l’acido ialuronico effettua la sua azione riparatrice in profondità, in modo più duraturo nel tempo e risulta completamente biocompatibile.

ACIDO IALURONICO E ALTERAZIONI DELL’UROTELIO

L’urotelio è un tipo di tessuto epiteliale che costituisce il rivestimento interno della vescica e delle vie urinarie. È composto da tre strati: basale, costituito da cellule epiteliali cubiche; medio, che presenta cellule clavate; e superficiale, costituito da cellule ad ombrello che possono essere anche binucleate. Dovendo questa struttura contenere volumi variabili di liquido all’occorrenza si può distendere. L’integrità dell’urotelio, la sua funzione di barriera e la sua elasticità, sono garantiti dalla presenza dei glicosaminoglicani o GAG (acido ialuronico e condroitin solfato), che formano il cosiddetto “coating uroteliale” e che possiedono la funzione di aumentare l’impermeabilità del pavimento pelvico e di limitare la penetrazione da parte di sostanze nocive quali virus e batteri.

L’assenza dei GAG porta ad una disfunzione uroteliale caratterizzata da un assottigliamento della mucosa vescicale con conseguente perdita della sua normale funzione fisiologica. Si possono verificare dunque cistiti di natura batterica e non, incontinenza da sforzo, perdita del tono del pavimento pelvico, nonché dolore e infiammazioni. La presenza di acido ialuronico risulta quindi fondamentali per il mantenimento e il rispristino dei tessuti epiteliali.

Studi clinici dimostrano infatti che la supplementazione esogena di acido ialuronico permette di proteggere, riparare e ripristinare il coating vescicale sia nell’uomo che nella donna, riducendo il rischio di cistiti ricorrenti batteriche e non, aumentando il tono del pavimento pelvico e diminuendo i disagi legati all’incontinenza urinaria e al dolore.

L’acido ialuronico orale può dunque essere utile come coadiuvante nel contrastare i problemi urologici, migliorando il trofismo del distretti del tessuto vescicale, compresi i muscoli pelvici e portando ad un miglioramento della qualità della vita dato il disagio sociale che questo tipo di problemi può causare.

BIBLIOGRAFIA

Laurent T.C. et al. Immunology and Cell Biology 1996;74:A1-A7.
Dianhua J. et al. Physiol Rev 2011;91:221–264.
Bachmann G. A. et al. Am Fam Physician 2000;61(10):3090-3096.
Costantino D. et al. Eur Rev Med Pharmacol Sci 2008;12(6):411-6.
Maharjan A.S. et al. PLOS One 2011;6(10):e26078.
Ghazi K. et al. PLOS One 2012;7(11):e48351.
Nozomi H. et al. Biosci Biotechnol Biochem 2008;72(4):1111-1114.
La Galia T. et al. International Journal of Clinical Medicine 2014;5:617-624.
Madersbacher H. et al. Neurourology and Urodynamics 2013 32:9-18.

Articoli in evidenza

PCOS, il fenotipo D sotto la lente di ingrandimento

PCOS, il fenotipo D sotto la lente di ingrandimento

La sindrome dell'ovaio policistico (PCOS) è considerata il disturbo endocrinologico più comune tra le donne in età riproduttiva. Le pazienti con PCOS soffrono di numerosi problemi di salute, tra cui...