L’acido ialuronico (Hyaluronic Acid, HA) è un lungo polisaccaride non ramificato composto da disaccaridi ripetuti di D-glucuronico e N-acetil-glucosamina con un peso molecolare che può raggiungere i 2×107 Da (1).
Sebbene isolato per la prima volta già nel 1934 da Karl Meyer, dal corpo vitreo di un occhio bovino, la sua struttura venne descritta solamente nel 1970 (2).
La molecola è presente in diversi ceppi di batteri ed è ubiquitaria in tutti i vertebrati, particolarmente abbondante nel tessuto embrionale e nella matrice extracellulare dei tessuti connettivi morbidi.
L’HA può essere coinvolto in svariate interazioni cellulari (differenziazione, proliferazione, sviluppo e riconoscimento) e funzioni biologiche (lubrificazione, idratazione, e interazioni steriche). Nelle lesioni tissutale, l’HA è prodotto attivamente, regolando la riparazione dei tessuti e i processi patologici (come l’attivazione delle cellule infiammatorie, per iniziare un’innata risposta alla lesione e regolare il comportamento delle cellule epiteliali e dei fibroblasti)(3). Inoltre, le sue proprietà antiinfiammatorie, immunomodulatorie, antiproliferative, antidiabetiche, anti-aging, di riparazione delle ferite e rigenerazione tissutale, lo rendono indicato per molteplici applicazioni biomediche (3).
Impiego dell’acido Ialuronico a basso peso molecolare nella radioterapia
La radioterapia (RT) è uno dei principali trattamenti utilizzati, in più del 50% dei pazienti oncologici, sia da sola, sia in combinazione con chirurgia e chemioterapia per trattare un ampio range di tumori (4). La maggior parte delle RT per il trattamento del cancro utilizza RT a fasci esterni (EBRT), che utilizzano fotoni ad alta energia rilasciata in profondità nei tessuti, evitando l’esposizione della pelle a radiazioni. Sebbene la EBRT sia stata una colonna portante nella RT clinica, un crescente numero di lavori ha dimostrato i benefici clinici di altre tipologie di RT quali, ad esempio, ipo/iper-frazionamento, RT applicata internamente (brachiterapia) e adroterapia (protoni, carbonio) (5).
Uno dei tumori per il quale viene impiegata la radioterapia è quello alla cervice, il quarto più comune nelle donne: circa l’85% della totalità dei casi di cancro alla cervice occorre nelle regioni meno sviluppate, dove rappresenta quasi il 12% di tutti i tumori femminili e, in alcune regioni africane rappresenta la causa più comune di cancro (6).
La radioterapia si è mostrata fondamentale nel trattamento del cancro alla cervice, ma non è scevra da effetti collaterali che possono peggiorare la qualità della vita della paziente, a breve o a lungo termine. Talvolta, in casi più severi, le pazienti sono costrette a interrompere il trattamento medico a causa di effetti collaterali più severi, quali atrofia vaginale e stenosi. Il danno indotto dalla radioterapia, infatti, è spesso caratterizzato da disidratazione, infiammazione e dolore, e dipende dall’intensità e dalla durata del trattamento. Per questa ragione, è fondamentale trovare un supporto che permetta ai pazienti di terminare tutte le sedute di RT.
Ad attirare l’attenzione dei medici è stato, in particolare, l’acido ialuronico che, grazie alle sue proprietà idratanti, risulta indicato per il trattamento degli effetti collaterali vaginali…
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