I fibromi uterini sono tra le patologie ginecologiche più diffuse nell’universo femminile, soprattutto durante l’età riproduttiva, ma non sono tutti uguali. Spesso, uno dei principali parametri che li distingue è quello della dimensione, che non a caso trova spazio come uno dei parametri per direzionare il medico verso il miglior approccio terapeutico (1): pazienti con almeno un fibroma con diametro ≥ 4 cm sono eleggibili ai vari interventi chirurgici a oggi disponibili (2), secondo le indicazioni fornite dal Ministero della Salute.
Questo trova spiegazione non solo nel fatto che i fibromi di grandi dimensioni sono legati a un maggior rischio di sintomi quali emorragie, pressione pelvica, ma anche nel maggior rischio che possano crescere nel tempo.
Fattori che influenzano la crescita dei fibromi uterini
Da uno studio di popolazione, nel quale sono stati valutati i fibromi uterini di 1693 donne, è emerso come nell’arco di 18 mesi di follow up ci sia un tasso di crescita differente correlato alle dimensioni di partenza. Nel dettaglio, fibromi di piccole dimensioni hanno una crescita molto veloce ma poco rilevante, nei fibromi da 2 a 3 cm si verifica un rallentamento nella crescita che poi ritorna ad alzarsi nei fibromi con diametro iniziale ≥ 4 cm (3). Questa importante ripresa della crescita, nei fibromi di dimensioni maggiori, è strettamente correlata all’impulso estroprogestinico.
Uno dei processi alla base della formazione e crescita dei fibromi, infatti, è lo squilibrio dell’impulso estroprogestinico, con un aumento esponenziale dei segnali di entrambi questi due ormoni (4). Numerosi studi dimostrano una sovra espressione dei recettori sia degli estrogeni sia del progesterone nel tessuto dei fibromi, rispetto al miometrio sano (5,6), che è ulteriormente potenziato anche dalla maggior presenza dell’enzima aromatasi in questi tessuti rispetto a quelli sani. L’aromatasi è uno degli enzimi chiave della formazione degli estrogeni, a cui compete la trasformazione del testosterone in estradiolo e dell’androstenedione in estrone. Questo eccesso di espressione di aromatasi nei fibromi uterini fa sì che quest’ultimi si autoproducano gli estrogeni necessari per crescere, in un sistema che si può definire di autoalimentazione.
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