In una recente video-infografica a cura del Corriere Tv, Milena Gabanelli racconta il fenomeno della ridotta capacità riproduttiva dell’uomo per un’insufficiente produzione di spermatozoi. I dati che vengono illustrati riprendono lo studio condotto da un team scientifico internazionale guidato dal Professor dell’Università Ebraica di Gerusalemme, Hagai Levine, e pubblicato sulla rivista scientifica internazionale “Human reproduction update” che riunisce 185 ricerche di diversi Paesi prodotte nell’arco di 38 anni.
I dati parlano chiaro: la concentrazione di spermatozoi è in diminuzione. Un fenomeno che riguarda la popolazione maschile a livello globale, dall’Europa, all’America del Nord, alla Neo Zelanda, all’Australia.
Se infatti nel 1973 gli uomini potevano contare su milioni di spermatozoi per millilitro, il numero si è ridotto del 52,4% in meno di 40 anni.
Sono dati preoccupanti, perché oltre al numero, lo studio evidenzia anomalie anche nella qualità degli spermatozoi prodotti. Una ricerca portata avanti dall’Università di Copenaghen per oltre 50 anni ha rilevato la complessiva diminuzione della qualità degli spermatozoi.
In Italia 1 coppia su 5 ha difficoltà a procreare, il doppio rispetto a 20 anni fa. Sappiamo che le cause riguardano per il 40% la donne, per il 40% l’uomo e per il 20% la coppia.
Ma quali sono le cause della riduzione del numero e della qualità degli spermatozoi? Il primo dato che emerge è quello dei fattori ambientali. Alti livelli di inquinamento, utilizzo di pesticidi, materie platiche, fumo di sigaretta ed esposizione prolungata a radiazioni dei telefoni cellulari provocano una frammentazione del DNA e riduzione della mobilità degli spermatozoi.
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