L’inositolo è un polialcool ciclico a 6 atomi di carbonio. E’ stato isolato per la prima volta dal muscolo animale da J.J. Scherer nel 1850. L’inositolo si trova in molti alimenti, in particolare nei cereali, nelle noci, nella frutta specialmente in meloni ed arance, non è considerato una vitamina in quanto può essere sintetizzato dall’organismo. Esiste in 9 possibili forme (tre delle quali non rappresentate in natura: epi-, cis- e allo-inositolo). La più rappresentata nel mondo vegetale e animale è il myo-inositolo. Gli altri stereoisomeri naturali (rappresentati in quantità minime) sono individuati dal prefisso scillo-, muco-, neo- e D-chiro-inositolo. La conversione tra myo-inositolo e D-chiro-inositolo è mediata, nei tessuti dei mammiferi, da uno specifico enzima chiamato epimerasi.
Myo-inositolo e D-chiro-inositolo presentano differenze funzionali e biologiche di straordinario rilievo.

IMPIEGO NELLA SINDROME DELL’OVAIO POLICISTICO

La sindrome dell’ovaio policistico o policistosi ovarica (PCOS) colpisce circa il 10% delle donne in età riproduttiva. E’ una patologia multifattoriale caratterizzata da alterazioni metaboliche e alterazioni della funzionalità ovarica. Le prime si manifestano con segni clinici (acne, irsutismo e alopecia) e biochimici (aumento del testosterone nel sangue) di iperandrogenismo e nel 50-70% dei casi insulino-resistenza, definita come incapacità della cellula ad utilizzare il glucosio a cui fa seguito un’iperinsulinemia e diabete mellito di tipo 2. Dall’altro lato la PCOS è anche caratterizzata da alterazioni della funzionalità ovarica con disordini del ciclo mestruale (oligo/anovulazione e infertilità) e ridotta qualità ovocitaria.

La diagnosi viene definita dalla presenza di almeno 2 dei 3 requisiti seguenti:
1. Oligo o anovulazione
2. Segni clinici e biochimici di iperandrogenismo
3. Ovaio policistico (definito dalla presenza di 12 o più follicoli, di diametro fra i 2 e i 9 mm e/o volume ovarico 10 mm).

Numerosi studi scientifici sostengono l’utilizzo di myo-inositolo per migliorare le alterazioni metaboliche della patologia (i segni clinici dell’iperandrogenismo, l’insulino resistenza) e le alterazioni della funzionalità ovarica ripristinando e regolarizzando il ciclo mestruale e l’ovulazione.

Un altro stereoisomero dell’inositolo è il D-chiro-inositolo (DCI), anch’esso coinvolto nella trasduzione del messaggio indotto dall’insulina, in particolare è utile infatti per la sintesi del glicogeno. Nell’organismo il DCI viene sintetizzato a partire dal myo-inositolo per mezzo di un enzima insulino-dipendente. Myo-inositolo e D-chiro-inositolo svolgono ruoli differenti all’interno dell’organismo. Il rapporto tra i due è fondamentale per la corretta funzionalità di organi e tessuti. Maggiori concentrazioni di DCI si trovano nei tessuti deputati alla sintesi e immagazzinamento del glicogeno: fegato, muscoli e tessuto adiposo. Concentrazioni estremamente basse di D-chiro-inositolo si ritrovano nei tessuti che consumano alti livelli di glucosio: cuore, cervello, ovaio. Riscontriamo concentrazioni esattamente complementari per il myo-inositolo.
Al fine di mantenere un rapporto plasmatico fisiologico dei due, la supplementazione di D-chiro-inositolo deve avvenire contemporaneamente alla somministrazione di myo-inositolo. In soggetti sani, il rapporto tra il myo-inositolo ed il D-chiro-inositolo è di 40 parti di myo-inositolo ed 1 parte di D-chiro-inositolo. Studi scientifici hanno evidenziato come nei soggetti affetti da insulino-resistenza (riscontrabile in condizioni quali PCOS, diabete ed obesità), la supplementazione combinata di Myo-inositolo e D-chiro-inositolo in rapporto adeguato (40:1) contribuisce al controllo del profilo metabolico ed ormonale.

INOSITOLO NELLA FERTILITÀ FEMMINILE

L’età della donna è uno dei principali limiti posti alla fertilità umana. Già dopo i 35 anni si assiste ad un calo della fecondità che riflette una diminuzione della qualità degli ovociti. Quest’ultima è infatti anche la causa principale del fallimento delle tecniche di fecondazione assistita. Ogni anno si registrano 1,5 milioni di cicli nel mondo, ma solo 350.000 terminano con la nascita di un bambino.
Una ridotta qualità ovocitaria è correlata ad una ridotta qualità embrionale e quindi ad una ridotta probabilità di gravidanza.
Dati clinici dimostrano che alti livelli di myo-inositolo sono indice di buona qualità follicolare, ovocitaria ed embrionale. Infatti la supplementazione dello stesso determina un miglioramento dei parametri controllati durante i cicli di fecondazione in vitro (unità ormonali utilizzate, qualità degli embrioni etc.) aumentando le probabilità di gravidanza.

INOSITOLO NELLA FERTILITÀ MASCHILE

La metà delle cause di infertilità di coppia è da ricercare nel maschio.
Si stima che 1 maschio su 3 in tutte le fasce di età sia a rischio di infertilità o disfunzione sessuale. La salute riproduttiva maschile viene presa in considerazione solo quando le problematiche diventano eclatanti, spesso con un ritardo che vanifica l’azione medica. Le cause possono essere di varia natura: patologie legate all’apparato riproduttore maschile (varicocele, criptorchidismo), infezioni batteriche, insufficienza ormonale, anomalie genetiche.
Le alterazioni del seme si classificano in:

  • Oligospermia o oligozoospermia: concentrazione degli spermatozoi (numero per millilitro di seme) inferiore ai limiti definiti dall’Organizzazione Mondiale della sanità (WHO);
  • Azoospermia: assenza di spermatozoi nel liquido seminale;
  • Astenospermia o astenozoospermia: motilità inferiore ai valori di riferimento (WHO);
  • Teratospermia o teratozoospermia: spermatozoi con morfologia inferiore ai valori di riferimento;
  • Oligoastenoteratospermia: alterazioni legate a concentrazione, motilità e forma.

Il myo-inositolo è prodotto a livello testicolare, ed è assente in alcune patologie come il criptorchidismo. E’ presente nel plasma seminale, e la sua concentrazione aumenta dai testicoli lungo le vie spermatiche. É fondamentale per la maturazione e la motilità degli spermatozoi ed una sua carenza è anche correlata ad una ridotta conta spermatica. Il myo-inositolo inoltre stabilizza le proteine del citoscheletro, fondamentali per la motilità. Diversi studi dimostrano che il trattamento con myo-inositolo migliora la forma, il numero e la motilità degli spermatozoi.

INOSITOLO NELLA MENOPAUSA

Il myo-inositolo è naturalmente presente nel corpo umano essendo un componente delle membrane cellulari. Svolge un ruolo fondamentale come secondo messaggero di diversi ormoni quali insulina, FSH (ormone follicolo-stimolante), TSH (ormone tireostimolante). È noto infatti come una sua carenza determini alterazioni nella risposta a questi ormoni. Controlla il metabolismo di grassi e zuccheri, ed inoltre regola le funzionalità cellulari del sistema nervoso.

TIROIDITE DI HASHIMOTO E IPOTIROIDISMO SUBCLINICO

Studi scientifici dimostrano il coinvolgimento del myo-inositolo a livello tiroideo, nel regolare la formazione degli ormoni T3 e T4 (organificazione) prodotti dalla tiroide, mediando i segnali provenienti dal TSH, ormone tireo-stimolante.
L’ipotiroidismo subclinico è definito come una condizione caratterizzata da livelli di TSH compresi tra 4.0 e 10.0 mUI/L, con ormoni T3 e T4 nel range di normalità. Molti esperti sono concordi nel definire l’ipotiroidismo subclinico come una iniziale e lieve insufficienza della ghiandola tiroidea.L’ipotiroidismo subclinico si può manifestare con i sintomi tipici dell’ipotiroidismo, ma più “sfumati”, spesso di difficile interpretazione. Alcuni di questi sintomi sono la sonnolenza, difficoltà di concentrazione e problemi di memoria, aumento di peso, astenia, intolleranza al freddo, stipsi, secchezza cutanea, fragilità di capelli e unghie. Intervenire in questa fase della patologia consente di mettere il paziente al riparo di rischi a lungo termine, tra cui la possibilità di progressione alla forma conclamata, aumentata incidenza di sindrome metabolica e patologie cardiovascolari, compromissione della fertilità e un aumentato rischio di malignità dei noduli tiroidei. Studi clinici hanno dimostrato che il myo-inositolo contribuisce a normalizzare i livelli di TSH.

Scopri di più sulle Patologie “Subcliniche” della Tiroide

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