Per patologie o condizioni “subcliniche” tiroidee si intendono delle forme lievi di ipertiroidismo o ipotiroidismo che denotano livelli di ormoni tiroidei ancora normali, ma livelli di TSH (ormone tireostimolante) lievemente alterati.
IPERTIROIDISMO SUBCLINICO
L’ipertiroidismo subclinico è una condizione in cui i livelli di TSH sono compresi tra 0.1 e 0.4 mUI/L, con ormoni T3 e T4 nel range di normalità. Si tratta di una condizione spesso sottovalutata e non trattata nella pratica clinica, tuttavia questa condizione vede la comparsa, sebbene sfumata, di sintomi anche molto importanti come palpitazioni, debolezza, intolleranza al caldo, disturbi del sonno, aritmie, perdita di peso, tachicardia, gozzo visibile.
Più il TSH rimane sotto la norma, più il paziente è esposto a rischi a lungo termine, soprattutto cardiovascolari ed ossei.
IPOTIROIDISMO SUBCLINICO
L’ipotiroidismo subclinico è definito come una condizione caratterizzata da livelli di TSH compresi tra 4.0 e 10.0 mUI/L, con ormoni T3 e T4 nel range di normalità. Molti esperti sono concordi nel definire l’ipotiroidismo subclinico come una iniziale e lieve insufficienza della ghiandola tiroidea.
L’ipotiroidismo subclinico si può manifestare con i sintomi tipici dell’ipotiroidismo, ma più “sfumati”, spesso di difficile interpretazione. Alcuni di questi sintomi sono la sonnolenza, difficoltà di concentrazione e problemi di memoria, aumento di peso, astenia, intolleranza al freddo, stipsi, secchezza cutanea, fragilità di capelli e unghie. Intervenire in questa fase della patologia consente di mettere il paziente al riparo di rischi a lungo termine, tra cui la possibilità di progressione alla forma conclamata, aumentata incidenza di sindrome metabolica e patologie cardiovascolari, compromissione della fertilità e un aumentato rischio di malignità dei noduli tiroidei.
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