La melatonina o N-acetil-5-metossitriptamina è una sostanza naturale lipofila prodotta e secreta nel nostro organismo principalmente dalla ghiandola pineale (epifisi). Situata sotto il corpo calloso, la ghiandola pineale è costituita da cellule pigmentate che prendono il nome di pinealociti, capaci di rispondere agli stimoli luminosi. La produzione della melatonina varia infatti secondo il ciclo circadiano, raggiungendo la sua massima concentrazione durante le ore notturne tra le due e le quattro, quando i pinealociti la sintetizzano maggiormente, con un picco plasmatico di 60-70 pg/ml, mentre durante il giorno i livelli di melatonina circolante risulteranno inferiori a 20 pg/ml.
Biosintesi
La sua biosintesi avviene a partire dall’aminoacido triptofano che dopo una serie di passaggi che prevedono reazioni chimiche di idrossilazione, metilazione, decarbossilazione, e che hanno come intermedio di reazione anche la serotonina, arriva a formare la melatonina ad opera di un enzima chiamato N-acetiltransferasi. Una volta prodotta viene rilasciata in circolo e va ad agire sui suoi recettori specifici scatenano diversi meccanismi cellulari (alcuni dei quali non ancora del tutto noti) che gli permettono di svolgere le sue molteplici attività.
Melatonina e disturbi del sonno
Con l’avanzare dell’età a causa dell’invecchiamento della ghiandola pineale, la produzione di melatonina diminuisce. Di conseguenza la sua concentrazione plasmatica risulta inferiore generando una diminuzione della qualità e nella durata del sonno: difficoltà nell’introduzione alla fase del sonno, frequenti risvegli durante la notte, risveglio precoce al mattino.
In Italia circa 12 milioni di persone soffrono di insonnia, un problema di difficile trattamento che può essere classificato secondo diversi gradi di intensità.
Insonnia transitoria: dura da pochi giorni a una settimana; può essere divisa, a sua volta, in occasionale, se è legata ad eventi stressanti, oppure ripetuta, se legata a patologie (come la cefalea).
Insonnia a breve termine: dura da una a tre settimane, con cause che generalmente devono essere ricercate tra gli eventi stressanti, sia per la mente che per il fisico (come ad esempio a seguito del jet lag o a cambiamenti ambientali).
Insonnia cronica: può durare anni ed è la più difficile da curare poichè è legata principalmente a disturbi psichici (nevrosi, depressione, disturbi ossessivo-compulsivi).
La mancanza di sonno risulta essere un problema che riguarda non solo la notte ma che si riflette anche sulla restante parte della giornata, infatti può generare stress, ansia, stanchezza, difficoltà a lavorare, calo delle difese immunitarie, nervosismo, problemi sociali e psicologici.
La supplementazione con melatonina può dunque risultare utile per contrastare tali disturbi. Sono molti infatti gli studi di letteratura che affermano che l’assunzione di melatonina esogena, da sola o in associazione ad altre terapie, contribuisce alla riduzione del tempo richiesto per prendere sonno aiutando l’introduzione al sonno fisiologico. Tra le sue proprietà più conosciute vi è infatti proprio quella che riguarda gli effetti sui disturbi del sonno, infatti viene spesso utilizzata per regolare il ritmo sonno-veglia, per contrastare gli effetti del il jet lag e per gli episodi di insonnia nei turnisti notturni ma numerosi studi scientifici affermano il suo impiego in ambito clinico anche sui bambini che soffrono di problemi di iperattività, negli adulti che soffrono di stati di depressione lieve, o per problemi legati a malattie neurodegenerative più gravi quali il morbo di Parkinson e l’Alzheimer.
Una volta assunta la melatonina ha un’emivita di 3,5-4 ore e viene eliminata principalmente attraverso la via renale, molti studi però affermano che la sua biodisponibilità viene influenzata da tantissimi fattori. Infatti dopo somministrazione orale solo il 15% della sostanza risulta biodisponibile, la velocità dell’assorbimento e il picco plasmatico diminuiscono in presenza di cibo, inoltre può subire metabolizzazione ad opera di numerosi enzimi. Per questo motivo molto importanti risultano l’uso delle nuove tecnologie che ci consentono di avere un prodotto efficace e con un maggiore assorbimento. Una tecnologia molto utilizzata negli ultimi anni è la tecnologia soft gel che consente di incapsulare sostanze liquide, di mascherare odori e sapori, di ottenere un prodotto più stabile e con una buona tollerabilità da parte del paziente poiché è più facilmente deglutibile con un miglioramento dunque di tutte le caratteristiche farmacocinetiche.
Melatonina e fertilità nella donna
Le possibilità di gravidanza diminuiscono con l’avanzare dell’età della donna in linea con la riduzione di melatonina. Dopo i 35 anni i livelli notturni di melatonina subiscono un importante decremento, causando una riduzione della quantità disponibile per i singoli tessuti e organi, come nel caso dell’ovaio. Infatti si assiste ad un calo della fecondità che riflette una diminuzione della qualità degli ovociti. La bassa qualità ovocitaria è anche la causa principale di fallimento delle tecniche di fecondazione assistita. Una ridotta qualità ovocitaria è correlata ad una ridotta qualità embrionale e quindi ad una ridotta probabilità di gravidanza.
Un lavoro scientifico dimostra che, alte concentrazioni di melatonina sono presenti solo nei follicoli contenenti ovociti maturi. Inoltre studi clinici dimostrano che la supplementazione con melatonina determina riduzione dei giorni di stimolazione ormonale, e miglioramento della qualità ovocitaria ed embrionale con incremento del numero di gravidanze cliniche.
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