L’inositolo è un polialcol del cicloesano con sei gruppi ossidrilici, isolato per la prima volta da J.J. Scherer nel 1850, con formula bruta uguale a quella del glucosio (C6H12O6). L’inositolo presenta nove possibili configurazioni isomeriche: myo-, D-chiro-, L-chiro-, scillo-, muco-, neo-, epi-, cis- e allo-.

Tra tutte le forme isomeriche, quella espressa in maggiori quantità è il Myo-inositolo, seguita poi dal D-Chiro-inositolo.

Myo-inositolo e D-Chiro-inositolo: le differenze

Sia Myo che D-chiro, sottoforma di inositolofosfoglicani, sono “secondi messaggeri” dell’ormone insulina. Tuttavia, anche se le loro funzioni biologiche vengono spesso confuse, è bene ricordare che Myo e D-chiro svolgono ruoli differenti nell’organismo.

Il Myo è coinvolto nell’utilizzo dei trasportatori e nell’assorbimento cellulare del glucosio, mentre il D-Chiro-inositolo è coinvolto nel metabolismo e nello storage del glucosio sottoforma di glicogeno.

Il Myo è sintetizzato in maniera endogena a partire dal glucosio 6-fosfato e si trova a livello delle membrane cellulari come fosfatidilinositolo fosfato, legato ai fosfolipidi di membrana. Regola l’attività di diversi ormoni quali l’insulina, l’ormone della tiroide (TSH) e l’ormone follicolo-stimolante (FSH). Inoltre, viene convertito in D-chiro-inositolo da un enzima, l’epimerasi, che è insulino-dipendente.

Per il D-Chiro-inositolo, invece, recenti evidenze scientifiche hanno dimostrato il suo coinvolgimento nella sintesi degli androgeni grazie al suo meccanismo di inibizione della trascrizione genica dell’aromatasi, l’enzima che trasforma gli androgeni in estrogeni [1-3]…

 

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