Negli ultimi anni decenni, l’infertilità maschile ha mostrato un aumento significativo associato al declino della conta spermatica del 50-60%.
30 milioni di uomini nel mondo sono infertili con un’incidenza superiore in Europa Centrale e in generale in Occidente.
Con lo scopo di migliorare le performance riproduttive, negli ultimi anni è stato valutato l’utilizzo del myo-inositolo (MI) nella pratica clinica.
Numerosi studi hanno dimostrato che l’integrazione con MI non solo migliora alcune caratteristiche spermatiche, ma anche i profili ormonali e metabolici nei pazienti subfertili.
Il MI è considerato uno dei secondi messaggeri dell’FSH a livello delle cellule del Sertoli e le sue concentrazioni sono registrabili sia nell’epididimo che nel lume testicolare. In esse, infatti, si registra un’elevata concentrazione degli enzimi deputati alla sintesi del myo-inositolo, la 1L-myo-inositol-1-fosfato sintasi (ISYNA1) e la L-Ins(1)-P-fosfatasi (IMPA1), a partire dal glucosio proveniente dal sangue.
Nello specifico, il ruolo del MI attiva la via dell’inositolo- 3-fosfato e agisce sulla cascata degli ioni Ca2+. Per tale motivo è coinvolto nei processi di fertilizzazione, di crescita cellulare, di trasformazione cellulare, ecc. [3]
Infertilità maschile e alterazioni spermatiche
L’infertilità maschile può dipendere da diversi fattori in grado di indurre alterazioni dei vari parametri del liquido seminale che potrebbero determinare l’incapacità del seme maschile di fecondare l’ovocita. Questa incapacità si può ricondurre o ad alterazioni spermatiche (scarso numero, scarsa motilità, morfologia alterata) o a modificazioni delle vie genitali maschili…
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