Il Prof. Antonio Simone Laganà, docente in ginecologia e ostetricia presso l’Università degli Studi di Palermo, è intervenuto ai microfoni di “La Casa della Salute” su RTV San Marino per parlare della sindrome dell’ovaio policistico (PCOS).

Cos’è e come viene diagnosticata la PCOS?

La PCOS è un’alterazione endocrino-metabolica piuttosto diffusa, tanto che colpisce tra il 5 e il 18% delle donne in età fertile e che ha un impatto specifico sulla fertilità, sul metabolismo e anche sul profilo estetico femminile.

La diagnosi si basa, attualmente, sui Criteri di Rotterdam del 2003, che richiedono la presenza simultanea di almeno due dei seguenti tre criteri:

  • iperandrogenismo (aumentato livello di ormoni sessuali maschili),
  • oligo/ anovulazione (ovulazione sporadica o assente),
  • presenza di cisti ovariche (ovaio policistico).

Quanti tipi di PCOS esistono?

Dalla comunità scientifica sono stati identificati 4 tipi o fenotipi di PCOS, distinguibili per le manifestazioni cliniche e le caratteristiche ormonali:

  • Fenotipo A: presenta segni e sintomi di iperandrogenismo, disfunzione ovulatoria e ovaio policistico.
  • Fenotipo B: presenta iperandrogenismo e disfunzione ovulatoria.
  • Fenotipo C: presenta iperandrogenismo e ovaio policistico.
  • Fenotipo D: presenta disfunzione ovulatoria e ovaio policistico.

Il Prof. Laganà sottolinea, inoltre, che proprio in virtù del fatto che le manifestazioni cliniche della sindrome dipendono dal fenotipo, si dovrebbe parlare di vera e propria PCOS solo nel fenotipo D, ovvero l’unico che non presenta iperandrogenismo e insulino-resistenza, al contrario dei fenotipi A, B e C.

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